Tizzana
L’Azienda Agricola “La Greggia” si trova in località Tizzana nel Comune di Quarrata (Pistoia).
Le prime tracce di questo “Castello” risalgono al 1251 anche se prima di allora il paese era già difeso da mura castellane e da un cassero, sotto la giurisdizione di Pistoia.
Dal 1251 fino al 1253 i fiorentini presero d’assedio il castello di Tizzana. La dura resistenza dei Castellani costrinse i fiorentini a patteggiare una pace, firmata il 24 giugno del 1253.
Nel 1306 Tizzana, con molti castelletti del suo territorio fu ceduta, con atto pubblico, alla Repubblica Fiorentina.
Nel 1325 il condottiero lucchese Castruccio Castracani attaccò le tre fortezze fiorentine allora esistenti nella zona (Artimino, Carmignano e Tizzana) Solo Tizzana riuscì a resistere all’assedio.
Alla fine del trecento, Il borgo continuò ad essere considerato un obiettivo strategico di primo piano anche nella lotta dei fiorentini contro il milanese Gian Galeazzo Visconti.
Nella seconda metà del XV sec. Tizzana fu strettamente legata alle contese fra le famiglie dei Panciatichi, (che avevano scelto il borgo come propria sede) e dei Cancellieri
La peste del 1523 colpì duramente il Castello di Tizzana.
In seguito, nel periodo mediceo e lorenese, il Castello decadde a causa della sua diminuita importanza strategica e militare e le sue fortificazioni andarono progressivamente in rovina.
Nel 1772 fu sede di una podestaria sottoposta al vicario regio di Pistoia. Attualmente del fortilizio restano solo deboli tracce di mura intorno alla sommità del colle.
La storia di un podere
dalla famiglia Niccolini alla famiglia de’ Ricci.
I documenti riguardanti l’origine della famiglia Niccolini risalgono ai primi decenni del Medioevo. Tra i suoi personaggi più illustri si ricordano:
Lapo di Giovanni di Lapo (1356-1429) che fu un ricco mercante ed un importante personaggio politico nella Firenze Repubblicana, che consolidò le fortune fiorentine della famiglia.
Agnolo di Matteo di Agnolo (1505-1567) uomo di fiducia di Cosimo I de’ Medici nel 1530 sposò Alessandra di Vincenzo Ugolini da cui ebbe 4 figli: Matteo, Lorenzo, Giovanni e Maria che andò sposa a Roberto di Filippo de’ Ricci. Agnolo, rimasto vedovo, (1550) fu premiato per la sua lunga attività al servizio di Cosimo con l’elezione al cardinalato con l’assegnazione della Diocesi di Pisa.
Giovanni di Agnolo di Matteo (1544-1611) consolidò la fortuna sia politica che economica della casata.
Come fedeltà Ferdinando II de’ Medici concesse il titolo di Marchesi di Ponsacco e Camugliano (1637) a Filippo, figlio di Giovanni Niccolini (1586-1666).
Da allora la famiglia si distinse per le cariche svolte e per i vantaggiosi matrimoni contratti, divenendo una delle casate più potenti del Granducato di Toscana.
Anna Niccolini, figlia di Lapo andò in sposa al cavaliere Giovan Batta de’ Ricci e tra i beni portò in dote una collina a Tizzana « . . . una proprietà di trenta ettari di terreni bonificati e coltivati a viti, olivi efrutteti con dentro sei case per i lavoratori.»
L’illustre ecclesiastico e riformatore Scipione de’ Ricci nato da nobile e pia famiglia fiorentina, di cui aveva fatto parte la domenicana Santa Caterina de’ Ricci (1522-1590) detta “La Santa di Prato”
«…il padre mio fu senatore presidente Pier Francesco de ‘ Ricci, fiorentino, che avendo sposato in prime nozze l’Alessandra Antinori, figlia del presidente di tal cognome, passò poi dopo la morte di questa alle seconde nozze colla Luisa, figlia del barone Bettino Ricasoli capitano della guardia svizzera del gran duca di Toscana. Da questa ebbe cinque figli maschi, l’ultimo dei quali dopo pochi giorni di vita volò al cielo. Io fui il terzogenito, che nacqui al 19 gennaio 1741 e rigenerato per divina grazia nel santo battesimo ebbi nome Scipione…» [Agenore Gelli – “Memorie del Vescovo Scipione de’ Ricci Vescovo di Prato e Pistoia scritte da lui medesimo” ed. Felice Le Monnier – Firenze 1865]
Questi divenuto Vescovo di Prato e Pistoia (1780-1791) «faceva pervenire al suo Vescovado vino, olio e frutta della sua proprietà sulle colline di Tizzana… » [E. Repetti – Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana- 1839- Vol.V]
Nel 1795 il Vescovo vendette la sua proprietà di Tizzana ad altro proprietario che la detenne per 150 anni. Intorno al 1960 la proprietà fu venduta a più persone e tra queste ai Simons-Moretti che oggi detengono il 60% della proprietà.
Grazie alla passione instancabile di Alfredo Moretti per la terra, la storia e l’arte, è nata l’Azienda Agricola “La Greggia”.
Moretti ha scelto queste terre affascinato dalla storia delle famiglie che l’avevano posseduta e coltivata e dalla bellezza delle viti che coprono il podere di venti ettari.
Oggi, il ricordo del Vescovo Scipione de’ Ricci rivive sulle etichette dei vini dell’azienda.